Piano del colore
Martinengo, Bergamo, Italia
La città costruita rappresenta la memoria storica “materiale”, la registrazione del passaggio del tempo, e prendersene cura comporta una grossa responsabilità. La conservazione e la riqualificazione degli spazi urbani rappresentano uno dei percorsi da seguire correttamente per far sì che queste conseguenze siano positive.
La pianificazione si avvale di diversi strumenti, analisi, piani, norme, che, quando fondati sulla conoscenza e interrelati fra loro, permettono di tutelare l’esistente e programmare le trasformazioni nel segno del progressivo miglioramento della qualità urbana.
Queste “linee guida” vogliono essere uno di questi strumenti, avvalendosi oggi dei risultati di molte esperienze compiute negli ultimi anni in diverse città italiane. I piani e gli interventi puntuali fino ad oggi condotti hanno messo in luce delle problematiche e stimolato un dibattito utile da un lato ad accrescere la sensibilità nei confronti di questo tema e dall’altro a far sì che i progetti successivi si arricchissero e completassero, nel tentativo di dare una risposta alla complessità delle argomentazioni e alla pluralità dei punti di vista.
Questo lavoro rappresenta una opportunità per il Comune di Martinengo di dotarsi di uno strumento e di criteri operativi ed oggettivi finalizzati alla tutela e alla salvaguardia del patrimonio edilizio ed architettonico del centro storico, nonché alla sua riqualificazione.
Il lavoro si è posto come obiettivo principale la definizione delle “linee guida” finalizzate alla valorizzazione degli scenari fisici del centro storico, alla conservazione e alla tutela del patrimonio edilizio, all’evoluzione nella collettività dell’apprezzamento estetico per il colore, alla leggibilità e riconoscibilità delle stratificazioni dei diversi tessuti urbani.
“Linee guida” come strumento di monitoraggio e controllo per gli interventi di modificazione del costruito, orientati alla conservazione dei caratteri distintivi dell’identità locale e alla loro riqualificazione.
Nel centro storico di Martinengo un programma di intervento per il colore, per gli intonaci e le finiture delle facciate, assume un’importanza particolare in prospettiva del progressivo recupero dell’immagine e della valorizzazione del suo patrimonio edilizio. Tale processo risulta ancora più importante per quei fabbricati maggiormente alterati e degradati rispetto a quelli che hanno mantenuto una omogeneità maggiore con le qualità costruttive originarie.
Il rispetto dei materiali costruttivi ed il loro corretto impiego deriva dall’osservanza delle giuste compatibilità applicative tra struttura muraria, arriccio, intonaco e tinteggiatura che la varia stratigrafia degli interventi succedutisi nel tempo può o meno avere limitato. In quest’ottica, prima di essere fattore estetico, l’uso appropriato dei materiali di finitura (intonaci e coloriture) deve essere considerato elemento di qualità costruttiva.
Si vogliono ristabilire perciò alcune procedure fondamentali di approccio e di intervento determinando, oltre ad un appropriato uso di una tabella cromatica, un corretto impiego tecnologico dei materiali e degli elementi che compongono una facciata, sia nei sistemi tradizionali che in quelli moderni.
Il lavoro tende inoltre a fornire uno strumento attuativo al Comune per uniformare e controllare i caratteri pubblici dello spazio costruito. Questo per evitare che la discrezionalità privata possa ingenerare un percorso visivo dei luoghi frammentato, dove l’oggetto e/o la soluzione decorativa costituisce elemento studiato per il singolo intervento, per la singola proprietà, senza alcun riferimento all’intorno, senza un disegno generale e organico della scena urbana nel suo complesso.
Ogni cittadino ha il diritto di vivere, all’interno della propria città, ambiti di qualità in cui possa ritrovarsi: da anni si dibatte urbanisticamente sugli spazi a “scala umana”, sul decoro urbano, sulla qualità urbana, etc. Questi spazi, che siano da realizzare o che siano esistenti, devono possedere caratteristiche di qualità e di assonanza con l’intorno ed essere ricondotti ad una pre-visione generale dell’ambito urbano.
Il piano è improntato alla formulazione di “linee guida”, piuttosto che a norme rigidamente prescrittive. Le “linee guida” si caratterizzano come lo strumento di coordinamento degli interventi di manutenzione, risanamento e ristrutturazione delle opere murarie esterne, comprendendo non solo le superfici ma anche l’insieme delle componenti dei diversi progetti architettonici.
Le “linee guida” regoleranno pertanto le gradazioni cromatiche e si prefiggono l’obiettivo di dare un sistema percettivo della scena urbana che risulti coerente e allo stesso tempo distintivo, includendo, come detto, tutti gli elementi costitutivi di una facciata.
Lo strumento operativo consiste principalmente in norme tecniche di attuazione di tipo prestazionale in grado di indirizzare i progettisti nella scelta di soluzioni compatibili con la storia della costruzione dell’edificio e con i suoi caratteri tipologici e morfologici.
Il centro storico di Martinengo deve svelarsi come un libro aperto, che deve essere letto, ma che soprattutto si sappia raccontare... le sue immagini, la sua storia, le sue peculiarità devono essere colte da tutti percorrendolo. Le sue risorse non devono essere collocate in archivi a disposizione di pochi, ma devono essere offerte alla collettività. È per questo che ritengo che l’immagine di un centro storico non debba essere costituita da un restyling in balia della produzione del momento o della convenienza economica, ma debba passare attraverso una attenta progettazione che nasca dal puntuale rilievo dell’esistente e dalla conoscenza della storicità che ogni fabbricato, ogni ambito urbano possiede.
Le analisi condotte e la metodologia elaborata hanno suggerito di definire una procedura d’intervento unica per tutti gli edifici; sarà poi l’edificio stesso che “articolerà e orienterà” l’azione. Le “linee guida” prevedono quindi che ogni intervento sia il frutto di un progetto specifico, redatto servendosi della modulistica appositamente elaborata.
La “tabella cromatica” rappresenta il catalogo dei colori storici reperiti attraverso i rilievi e le fonti iconografiche d’epoca, codificati con il sistema di notazione Natural Color System NCS®.
La ricerca si è sviluppata in due filoni tra loro connessi e non scindibili, quello storico-architettonico e quello tecnico-materico.
L’ambito dello studio è costituito dal cuore del centro storico, laddove si concentra la vita commerciale e sociale della Martinengo storica: Piazza Maggiore.
L’ambito interessato è costituito dalla Piazza Maggiore e da porzioni significative delle vie adiacenti, fino alla delimitazione di cortine edilizie unitarie.
La perimetrazione dell’area è stata definita con l’intento di individuare una pregevole quanto variegata unità campione di studio.
Le “linee guida” verranno applicate, attraverso opportuni ed adeguati strumenti operativi, a tutto il centro storico.
Per un corretto approccio alle tematiche del decoro urbano e, in particolare, della manutenzione delle facciate storiche bisogna partire, senza dubbio, dalla conoscenza dei materiali e delle tecniche costruttive tradizionali, da acquisire attraverso la ricostruzione del percorso storico-evolutivo dei modi di realizzazione e dei tipi di decorazione impiegati nelle facciate degli edifici.
Il centro storico di Martinengo offre al riguardo uno scenario quanto mai ricco e complesso per varietà e stratigrafia di interventi. In questo senso l’analisi delle valenze storico-ambientali è stata svolta con ricerche sulla scarsissima iconografia esistente e sul materiale archivistico.
Nel processo di rilettura del contesto ambientale ed architettonico, ha rivestito un ruolo preminente l’analisi dello stato attuale e delle dinamiche delle recenti modificazioni o conferme dei caratteri materici e decorativi degli elementi architettonici e di finitura superficiale delle facciate.
Il filone di ricerca storico-architettonico ha portato ad approfondimenti sulle geometrie e sulla storia degli edifici, dei materiali e delle tecniche costruttive impiegati nel tempo; il filone di ricerca tecnico-materico ha portato ad approfondimenti sui caratteri intrinseci dei materiali e sulla loro provenienza.
Parallelamente si è proceduto allo studio sul campo delle facciate degli edifici.
L’iconografia storica è importante perché documenta il decoro del centro storico, attraverso immagini concrete (dipinti, disegni, stampe, foto d’epoca, etc.).
L’iconografia di epoca novecentesca è essenzialmente costituita da foto in bianco e nero e a colori del centro storico. L’esistenza di una iconografia storica più recente (foto d’epoca in bianco e nero della prima parte del Novecento e foto a colori della seconda metà del secolo scorso) conferma la commistione di caratteri rurali e borghesi del centro storico, mentre fornisce scarse informazioni sull’uso dei colori.
Pur affidate ai toni di grigio, le facciate che compaiono nelle foto d’epoca in bianco e nero sono interessanti perché mostrano le finte finestre, le insegne dipinte, le targhe viarie dipinte, etc.
I documenti iconografici, per la loro indeterminatezza dei dati coloristici, sono comunque da considerarsi come la base per l’indispensabile acquisizione culturale dell’edificio e del suo contorno e solo attraverso la loro interpretazione e la loro valutazione critica (in un confronto continuo con le altre informazioni desumibili in modo diretto dalla realtà fisica) possono fornire indicazioni rivelatrici.
Dall’osservazione diretta delle costruzioni ricadenti nell’ambito di indagine è emersa una sostanziale attenzione al decoro urbano, con modalità più o meno correte, nel rispetto dei caratteri architettonici degli edifici; questo anche nei processi di trasformazione ed adeguamento degli edifici stessi in funzione dei cambiamenti di proprietà o di gusto degli abitanti. Si rileva per contro una tendenza all’inserimento e alla modifica di aperture che, per la loro indiscriminata composizione nelle facciate, costituiscono una perdita dell’identità figurativa del sistema edilizio. Inoltre l’introduzione e la sostituzione di componenti e materiali impropri “nuovi”, per tipologia e fabbricazione, rappresentano un fattore di rischio. In tal senso giocano un ruolo rilevante anche le piccole trasformazioni non congruenti e, soprattutto, la sommatoria di queste, che a poco a poco arrivano a stravolgere l’immagine e la caratterizzazione storica del luogo.
La vulnerabilità del contesto è altissima, in considerazione delle moderne e numerose richieste di trasformazione fisica del territorio, fuori e dentro il centro storico, dai diversi attori della vita sociale ed economica del Comune di Martinengo. Tali condizioni implicano pertanto precise regole e cautele per gli interventi di trasformazione.
Progetto
Massimiliano Gamba
Committente
Comune di Martinengo
Cronologia
Progetto: 2010
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